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Attualmente la maggior parte dell’idrogeno è prodotta vicino ai punti di utilizzo, in genere presso grandi siti industriali.

Non esiste quindi una rete di distribuzione efficiente e capillare; perché l’idrogeno diventi un vettore energetico importante e ampiamente utilizzato, è necessario creare l’infrastruttura necessaria per distribuirlo. 

Come distribuire l’idrogeno

• Gasdotto: è il sistema meno costoso e più adatto per distribuire l’idrogeno; attualmente esistono piccole reti di distribuzione in aree industriali o nei pressi delle industrie chimiche o delle raffinerie.
• Gas compresso: trasportare idrogeno compresso su strada con appositi mezzi dotati di recipienti in pressione è molto costoso e praticato solo su brevi distanze (al massimo 300 km).
• Gas liquefatto: il trasporto su strada di idrogeno liquido è giustificato dalla maggior densità rispetto al gas, ma è comunque estremamente costoso sia per il processo di liquefazione sia per la notevole complessità dei serbatoi criogenici.

R&S – le sfide
La ricerca è orientata a definire la miglior strada per distribuire capillarmente l’idrogeno, e soprattutto a identificare un modello di valutazione per valutare i costi e i benefici delle diverse soluzioni, e per integrare sul territorio metodi di distribuzione e metodi di produzione.

In particolare, la scelta tra impianti centralizzati di grandi dimensioni e piccoli impianti distribuiti può determinare il metodo di distribuzione.

È allo studio anche la possibilità di iniettare idrogeno nella rete esistente per la distribuzione di metano, che avrebbe quindi anche funzioni di serbatoio d’accumulo; quando necessario, l’idrogeno puro verrebbe estratto dal flusso principale di gas, ad esempio presso i distributori di carburante, o utilizzato in miscela negli altri casi.